Devincenzi e Mattioli, toccare il cielo con un dito
Devicenzi e Mattioli, l’atleta disabile e l’esperto biker, entrambi del Team Endurancenter Trenkwalder Agisko, hanno raggiunto in mountain bike la vetta del Kardlung La, in India. Con i suoi 5602 metri d’altitudine è la più alta cima carrozzabile del mondo.
Andrea Devicenzie Stefano Mattioli hanno toccato il cielo con un dito, in tutti i sensi. Oltre, infatti, alla gioia di aver concluso il loro viaggio-avventura in India sulla via carrozzabile più alta al mondo da Manili a Leh, la coppia del Team Endurancenter Trenkwalder Agisko ha scalato e toccato la vetta più alta, ossia ilKardlung La, raggiungendo quota 5600 metri. Una vera e propria impresa, ancor più se si pensa che Andrea Devicenzi è un atleta disabile, amputato alla gamba sinistra.
Partiti da 3300 metri per quest’ultima fatica, dopo circa cinque ore e 37 km, i due biker sono arrivati in cima alla montagna più alta prevista dalla loro spedizione, partita lo scorso 26 luglio da Manali. In questi nove giorni hanno percorso circa 800 km, che inizialmente dovevano essere divisi in dieci tappe, in realtà con due giorni di anticipo, raddoppiando alcune tappe e percorrendo l’ultimo giorno circa 140 km sono arrivati a destinazione, Leh, ai piedi della grande montagna. Da qui, dopo un paio di giorni di meritato riposo, che Andrea e Stefano hanno dedicato alla visita della città e allo shopping, sono poi partiti alla volta del Kardlung La.
Quando siamo partiti pioveva – ha raccontato Stefano – ma per fortuna poi ha smesso e il cielo si è aperto. In questo modo abbiamo pedalato con una buona temperatura, anche se poi, per i primi chilometri di discesa, abbiamo anche preso la grandine.
Alle ore 14.30 ora locale, Andrea e Stefano hanno così raggiunto la meta finale di questo loro viaggio, superando l’ultima grande barriera. Il progetto di questo viaggio nasce per dimostrare che non esistonoostacoli, che chiunque può affrontare un viaggio così lungo e impegnativo, in completa autonomia, con bici pesanti, con le borse cariche, con la pioggia, con il fango, spingendo la bici quando la strada è inagibile, perché le vere barriere sono solo mentali e si possono facilmente abbattere.
Oggi – scrive Andrea sulla pagina di facebook dedicata alla spedizione (oltre le barriere: ) abbiamo toccato il cielo, quota 5600 mt. Grande gioia, sofferenza , abbiamo steso le nostre bandiere di preghiera , con la promessa che questo è solo l’inizio di un nuovo viaggio, OLTRE LA BARRIERE .